Ecco 60 secondi per conoscere meglio Umberto Guidoni, astronauta, primo europeo a salire sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2001.
Abbiamo pensato di trasferire un metodo di lavoro, l’approccio scientifico e organizzativo di una missione spaziale, al percorso educativo quotidiano che ogni bambino e ragazzo vive a scuola e con gli amici. Il racconto del viaggio spaziale, le modalità per realizzarlo, l’attenzione ai particolari e allo stesso tempo la passione umana per la conoscenza, diventano un modello. Al centro di tutto il percorso abbiamo messo la logica, quella disciplina che studia le forme del ragionamento corretto, proprio per questa sua natura è stata nel tempo impiegata in ambito filosofico, psicologico, matematico, letterario, informatico. Quindi la logica viene utilizzata nella costruzione delle teorie, nell’ottica di garantire ragionamenti rigorosi con un metodo deduttivo, nel metodo ludico che sta alla base di Scuola Ludens.
Una missione spaziale, un pomeriggio di giochi o di studio necessitano di organizzazione. Programmando diamo il meglio di noi stessi.
Il lavoro cooperativo e di squadra aiuta a conoscere se stessi e gli altri. Insieme possiamo raggiungere obiettivi inaspettati.
Un astronauta deve essere pronto a risolvere qualunque problema. Alleniamo il cervello alla ricerca di soluzioni alternative.
Il racconto, il sogno, la passione. Un astronauta è un uomo che non ha smesso di sognare. Raccontiamo storie per creare il futuro.
Superare se stessi, crescere di livello, esplorare spazi sconosciuti. Viviamo l’esperienza della formazione come un grande gioco in cui siamo protagonisti.
Nello spazio, come nella formazione, si sperimenta per il futuro. Ciò che oggi sembra astratto, domani sarà la soluzione a un problema.
Ha ottenuto una borsa di studio presso il Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare, di Frascati. Nel 1990 viene selezionato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla NASA. Viene trasferito a Houston, presso il Centro Astronauti del Johnson Space Center (JSC), dove inizia l'addestramento. Il suo primo volo nello spazio parte il 22 febbraio 1996, con il Columbia completa 252 orbite, percorrendo 10 milioni di chilometri in 377 ore e 40 minuti. La sua seconda esperienza nello spazio parte il 19 aprile 2001, a bordo della navetta Endeavour, impegnato in uno dei voli di assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale (SSI). Con questa missione, Guidoni diventa il primo astronauta europeo a visitare la SSI. Da anni si occupa di divulgazione sia per bambini e ragazzi, che per adulti.
Da ragazzo leggevo libri di avventura e di viaggi e molti romanzi di fantascienza: Verne e Salgari erano i miei autori preferiti. A dodici anni ho ricevuto in regalo un telescopio giocattolo che ho puntato a caso su una stella brillante. Con grande sorpresa ho visto una piccola sfera circondata da grandi anelli brillanti: stavo guardando Saturno e quell’immagine inaspettata mi aveva dato la sensazione di viaggiare nello spazio. Da allora mi sono innamorato del cielo stellato.
La strada per diventare astronauta è lunga. Bisogna avere una laurea in scienze naturali, medicina o ingegneria ed essere in ottime condizioni fisiche. Ci sono anche piloti militari che diventano astronauti per pilotare i veicoli spaziali. Altri, come me, arrivano dal settore scientifico: io sono un fisico. Ci sono poi test fisici e psicologici da superare. La selezione avviene a livello europeo, presso la sede centrale dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) a Colonia, in Germania. Se tutto va bene si viene trasferiti in America o in Russia ed inizia un lungo addestramento di diversi anni.
Sicuramente le sensazioni fisiche prima del viaggio, quelle ti rimangono dentro. Perché lo prepari anche per molto tempo, ma quelle sensazioni, di cui hai sentito parlare per anni e che non si possono ricreare nell'addestramento, poi quando le vivi sembrano incredibili: l'assenza di peso, ad esempio. Ma la cosa che ricordo di più è il secondo viaggio, quando ci stavamo avvicinando alla Stazione spaziale. Era il 2001 e mi sono commosso a pensare a 2001 Odissea nello spazio, al film di Kubrick che era stato immaginato per quell'anno. Era inevitabile, stavamo facendo la stessa manovra di attracco che si vede nel film.
Nella sua vita ha realizzato già un sogno, lavorare giocando, anzi facendo giocare gli altri. Ha dato vita a “Così per Gioco” la prima ludoteca palermitana per ragazzi, ed a tantissime iniziative ludiche sin dai primi anni novanta. Crede profondamente nel gioco come strumento di crescita e di formazione e negli ultimi anni si è specializzato nella didattica ludica e nell'animazione alla lettura, cioè in metodologie didattiche non frontali, perchè convinto che si può imparare giocando. Nel 2009 ha vinto il premio Andersen per la promozione della lettura con l’Ass. Così per Gioco, per la grande qualità dell'offerta formativa e laboratoriale.
É un “titolo” che mi ha donato il mio amico Simone quasi vent'anni fa, ed è legato alla mia passione per il gioco. In realtà il mio lavoro di Ludomastro ormai attraversa tre passioni, quella per la scrittura, quella per la lettura e quella per il gioco. Queste passioni s'intrecciano e si alimentano tra loro, creando movimenti, relazioni e reazioni a catena, stimolando quotidianamente la mia creatività.
Inventare giochi è un pretesto per allenare la mente alla memoria, all'attenzione e alla concentrazione, per attivare i processi cognitivo-motivazionali, la logica, il pensiero e il ragionamento, la creatività e le relazioni visivo-spaziali-temporali.
La nostra proposta nasce per offrire un metodo di lavoro, strumenti e conoscenze per stimolare e allenare il nostro cervello con continuità. I bambini come i ragazzi , (ma anche gli adulti) possono imparare a entrare in contatto con quella parte della loro mente, in cui albergano le proprie capacità progettuali, decisionali, creative e operative, ma anche quelle emotive. Tutte queste necessitano di un continuo affinamento, potenziamento, ripensamento e miglioramento.
e riveverai le informazioni per partecipare
Ci occupiamo di animazione alla lettura e di gioco da più di vent’anni, oggi abbiamo deciso di guardare oltre, trasfromare la nostra offerta in un metodo formativo che integri educazione al gioco e alla lettura. Un metodo pensato per gruppi di bambini e ragazzi con priorità all’ambito scolastico, ma utilizzabile anche in altri ambiti/luoghi educativi, come le biblioteche, i centri gioco, i centri aggregativi, le ludoteche.
Proponiamo una modalità di lavoro particolarmente coinvolgente ed efficace, attraverso la condivisione di pensieri, regole, situazioni e sentimenti, la collaborazione in un compito specifico. Tutto fortemente compreso dentro una sovrastruttura metodologica che mette al centro del nostro lavoro il gioco e la narrazione, i giochi e i libri.
Un approccio multidisciplinare, per fa si che i bambini/ragazzi acquisiscano più facilmente le competenze, grazie al fatto che il cervello è attivato in tutte le sue facoltà e modi di espressione. Un coinvolgimento non solo cognitivo, ma che investe la sfera fisica, emotiva, relazionale.
La forza della narrazione, della lettura, del gioco si trasforma in valore aggiunto educativo e di crescita, grazie anche alla consapevolezza e la formazione degli educatori.
Il gioco e la lettura vivono in un luogo protetto, dove metterci alla prova, dove possiamo sbagliare senza dover cedere allo sconforto, dove possiamo rafforzare le relazioni con gli altri, ma soprattutto: credere in noi stessi, riuscire a imparare in modo autonomo e sereno, non vincolati da una valutazione costante delle nootre capacità, possiamo vivere il “processo” senza essere esclusivamente orientati al “prodotto”.